Manine, piedini, bagnetto, bau bau, miao miao, lattino, bavaglina. Ti parlano tutti così. Lo so, è insopportabile. Sembra di vivere in un mondo di gnomi creato proprio da quei grandi che invece, quando parlano con noi, ingigantiscono sempre tutto: paure, ansie, previsioni negative. E allora sai noi cosa facciamo? Tentiamo questa impresa rivoluzionaria di chiamare le mani mani, il latte latte, il gatto gatto e il cane cane. Perché devi saperlo che qui fuori ci sono cose grandi per cui vale la pena di percorrere strade nuove, di rompere gli schemi ogni tanto, di rischiare se serve. Guarda papà com’è alto.
Poi ti chiamerà “Mammina” o ti chiederà di leggere insieme “Cappuccino rosso” e allora ti ricorderai che i diminutivi, i vezzeggiativi e i suoni onomatopeici sono quella dolcezza che a volte ci manca e che è prevista addirittura dalla lingua italiana…
Firmato: quella guardata come una marziana quando al parco ha precisato: “Hai ragione, amore, fa bau bau, ma si chiama cane”! 😉
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